Paola Cortellesi ~ No Perditempo Forum

Posts written by *Ilenia*

  1. .
    che meraviglia :wub:

    grazie per tutti i link, e per chi si fosse perso la serata
    David di Donatello - RaiPlay www.raiplay.it/programmi/daviddido...aviddiDonatello

    e per chi si fosse perso la cerimonia di questa mattina al Quirinale
    https://www.raiplay.it/video/2024/04/Cerim...569de7cc0f.html

    Edited by *Ilenia* - 4/5/2024, 01:05
  2. .
    LA CORTELLESI TORNA SUL SET. DAL 13 MAGGIO PRIMO CIAK DI..
    Petra - Terza stagione

    Serie

    Prod. Sky con Cattleya e Bartlebyfilm

    Regia Maria Sole Tognazzi

    Protagonista Paola Cortellesi

    Primo ciak secondo le indiscrezioni il 13 maggio

    Si gira fino a luglio tra Genova, Palermo e Roma.

    www.instagram.com/p/C6a_h1MN5GU/?igsh=MWExM2U3a3Y3YXJhYw==
  3. .
    uscita del dvd prevista per il 18/06/24 :ola:
    https://www.dvd-store.it/RicercaAvanzata.a...8+ancora+domani
    pure con un'edizione da collezione :clap clap:
  4. .
    in attesa dei David 🤞🏻
    www.instagram.com/reel/C6WuyUXLgCP/?igsh=b2llMGY2ZXY3b3Js

    da Londra
    Quattro chiacchiere con Paola Cortellesi: Il potere della risata nella rivoluzione delle donne
    Di Monica Costa

    Già attrice e sceneggiatrice di talento, Paola Cortellesi ha fatto un mix esplosivo di emozioni nel suo debutto come regista con “C’è ancora domani“. È come se avesse preso un po’ di commedia, un pizzico di dramma e un tocco di arte, e li avesse mescolati per creare una vera e propria bomba cinematografica. Ambientato nel 1946, quando le donne italiane hanno finalmente ottenuto il diritto di voto, questo film non ti lascia indifferenti. È come se ogni italiano riconoscesse un pezzo della propria famiglia nella trama, perché tocca così da vicino temi profondi e attuali sull’abuso delle donne. Paola ha tratto ispirazione dalle storie delle sue nonne per questo capolavoro. Ha scelto di ambientare il film nel passato per far luce sul machismo tossico che ancora persiste nella nostra società. E incontrarla è stato come ritrovare un’amica di lunga data. Con il suo spirito sagace e la sua autenticità travolgente, Paola ha davvero reso il suo film un’esperienza indimenticabile.

    Monica: Complimenti per il tuo debutto alla regia con “C’è Ancora Domani”! Hai contribuito all’emancipazione delle donne con film comici come ‘Scusate se esisto’, ‘Nessuno mi può giudicare’ e ‘Mamma o papà’. Anch’io, con London Mums, sono attiva a Londra da 26 anni per lo stesso obiettivo. Quali azioni ritieni possano portare a cambiamenti significativi nella società oggi?
    Paola: Un film non cambia gran che, ma può stimolare la riflessione. Nei vari film che ho scritto, ho voluto giocare, soprattutto nelle commedie. Giocare con argomenti come le naturali istanze femminili è molto più importante. In “Scusate se esisto”, affrontavamo la disparità di salario, una questione che ci tocca sempre, con un impatto più o meno forte. Credo che tutte le storie possano essere fonte di stimolo. Spero che lo sia stato anche per “C’è ancora domani”, così come per i film precedenti che ho avuto l’opportunità di scrivere e realizzare con registi come Riccardo Milani o Cristina Comencini.

    Monica: Aristotele definiva l’umorismo come il ‘sale della comunicazione’, rendendo tutto più gustoso e rivelando la vera essenza delle cose. Tu eccelli in questo, utilizzando la satira per affrontare temi importanti nel tuo lavoro. Il pubblico potrebbe rimanere sorpreso dall’umorismo, ma nonostante la tragedia della trama, le persone sorridono. Quanto è stato facile per te trasformare la rabbia in qualcosa che avrebbe fatto ridere la gente?
    Paola: Trovo naturale cercare di raccontare i fatti più tragici usando l’umorismo, che è assolutamente un veicolo molto potente.
    È un’esperienza meravigliosa far ridere la gente e sono grata a coloro che mi fanno ridere. È stata una scelta istintiva. Penso che attraverso l’umorismo si possa trasmettere la verità. Non credo che un argomento, anche se drammatico, debba essere trattato in modo monotono. Ricordo le storie della guerra raccontatemi dalle nonne con un tono ironico, forse per esorcizzare quei momenti brutti, forse perché fa parte del nostro carattere romano, ma forse anche perché nella vita reale c’era qualcosa di assurdo e buffo, qualcosa di ingenuo che apparteneva a quella generazione. Nonostante la violenza consumata spesso tra le mura domestiche, c’era qualcosa all’esterno che rendeva possibile andare avanti. Ed era un sorriso. Ecco perché è stato naturale per me raccontare questa storia anche con un registro ironico, umoristico e a volte ridicolo. Il ridicolo è dedicato soprattutto ai cattivi in questa storia, perché non siano mai emulabili.


    Monica: Perché questo film ha fatto eco a così tante persone in tutto il mondo?
    Paola: Portare questo film in giro per l’Europa mi ha riservato delle sorprese. Non potevo immaginare una ricezione così calorosa al mio primo film da regista, né l’enorme successo che ha avuto in Italia, e ancor meno all’estero. All’inizio, avevo dei preconcetti sulla condizione femminile nei diversi Paesi, ma non mi aspettavo che la Svezia, una nazione così emancipata, fosse interessata a questa storia che in Italia ha suscitato un coinvolgimento totale. È stato sorprendente scoprire quanto questo tema fosse comune a molte persone. Non so se questo sia positivo o negativo, ma è un dato di fatto.

    Monica: Puoi parlarmi della relazione madre-figlia e di cosa ha significato per te esplorarla nel film?
    Paola: Questo film racconta una storia d’amore tra madre e figlia, non una storia d’amore romantica. Mia figlia è stata una musa per me, e una sera, mentre leggevamo insieme un libro per bambine che narra la storia dei diritti femminili (un libro che ho scelto io – per ora sono ancora io a decidere le sue letture dato che ha 11 anni), mi è venuto in mente il finale di questo film. Volevo che lei capisse quali sacrifici abbiano comportato i diritti di cui ora gode (e anche io) e che è importante essere consapevoli del percorso fatto per ottenerli, per poterli difendere. La sua generazione, e quelle che verranno, dovranno essere vigili sui diritti acquisiti, poiché non sono eterni. Ecco perché la storia d’amore tra madre e figlia è il cuore pulsante di questo film.

    Monica: Perché è così importante per te realizzare un film ambientato nel dopoguerra?
    Paola: Ho sempre desiderato realizzare un film contemporaneo, ma ho scelto di collocarlo nel passato per comprendere cosa sia cambiato (per fortuna, molto è cambiato), ma anche ciò che purtroppo è rimasto immutato: una mentalità tossica che avvelena una parte del nostro Paese. L’ho ambientato in un momento storico specifico, nei giorni del 1946 che sono stati cruciali per noi donne e hanno segnato un fondamentale cambiamento nell’emancipazione femminile.

    Monica: La tua autenticità è ammirabile, soprattutto in un’epoca dominata dall’apparenza nel mondo dello spettacolo. Come hai gestito le pressioni legate all’immagine e quali sfide ritieni siano presenti nell’essere autentici, soprattutto per le donne?
    Paola: Io, alla mia età, non faccio fatica perché non sono cresciuta nell’epoca dei social. Penso che per i ragazzi e le giovani di oggi sia un po’ più complicato fare i conti con l’accettazione di sé stessi, considerando i modelli proposti sui social. Tuttavia, è un lavoro che si fa anche in famiglia, motivando i ragazzi in modo diverso. Non è qualcosa che la mia generazione senta. Siamo fortunati noi! È bello essere più grandi.

    Monica: I 50 anni sono il ‘Golden Age’.

    “C’è Ancora Domani” affronta il tea dell’azione collettiva per contrastare le disuguaglianze. Qual è il messaggio chiave che hai voluto trasmettere con la conclusione del film e come credi che possa influenzare il pubblico e la società nel tempo?
    Paola: La storia può essere solo uno stimolo. Un film non cambia nulla, ma genera discussione e la volontà di condividere i temi affrontati. Semplicemente, condividendo opinioni fuori dalla sala, con amici, familiari o il proprio partner, naturalmente si parla di donne e si crea un movimento collettivo. Questo rappresenta il primo passo. Successivamente, occorre lavorarci un po’. Non è mio compito né sarei in grado di cambiare nulla, ma il mio film rappresenta un modesto contributo.

    Monica: “C’è Ancora Domani” esplora temi legati ai ruoli di genere, alle norme sociali e all’empowerment nell’Italia del dopoguerra. Cosa ti ha spinto ad affrontare questi argomenti?
    Paola: Il tema della violenza sulle donne è così diffuso che bisogna essere molto distratti per non accorgersene. Purtroppo, è un problema evidente a tutti, che emerge nelle notizie quasi quotidianamente. La cronaca ci mostra un femminicidio ogni 72 ore, in media. È una realtà assurda. Da tempo mi occupo di denunciare la violenza contro le donne. Volevo raccontare questa storia e ambientarla nel passato. Ho voluto realizzare un film contemporaneo ma situato in un contesto storico per comprendere cosa sia cambiato nel tempo e cosa sia rimasto immutato. Inoltre, volevo narrare un momento specifico della nostra storia.

    Monica: Il personaggio di Delia è stato creato con quale fonte di ispirazione e ci sono degli aspetti di lei con cui ti identifichi personalmente?
    Paola: Delia è ritratta come una donna ignorante e priva di consapevolezza, desideri o ambizioni, riflettendo l’educazione ricevuta e il ruolo imposto dalla società. Personalmente, non mi rispecchio in nulla in un tale personaggio; fortunatamente, non condivido la sua condizione. La sua rappresentazione è un riflesso di una realtà comune in cui le donne erano state istruite sin da bambine a obbedire senza domandarsi se stessero seguendo i propri desideri o le aspettative altrui. Spero che questo possa essere un invito a interrogarsi su quale sia il proprio desiderio e se si stia seguendo una propria volontà o le aspettative esterne.

    Monica: Quali temi o elementi del tuo film hanno suscitato maggior interesse nel pubblico?
    Paola: Credo che il pubblico fosse già sensibilizzato sull’argomento della violenza sulle donne, purtroppo a causa delle notizie di cronaca, quindi era un argomento molto atteso. Penso che il successo del film sia stato anche influenzato dal linguaggio e dal tono adottati, che non sono tragici nonostante il tema tragico. Ho scelto di utilizzare un linguaggio umoristico, che ritengo sia un veicolo fondamentale per trasmettere verità in molte direzioni.

    Monica: L’uso della musica contemporanea in scene significative è stato un aspetto del film che mi ha particolarmente colpito, aggiungendo un tocco moderno all’ambientazione storica. Cosa ha ispirato questa scelta creativa e come pensi abbia contribuito alla narrazione nel suo complesso?
    Paola: Il film è contemporaneo nonostante sia ambientato in un’epoca storica. Non volevo scimmiottare gli stilemi del cinema realista italiano dei maestri registi del passato. Ciò che ci sconvolge oggi e ci fa sobbalzare dalla sedia, all’epoca era considerato normale, come ad esempio il marito che picchiava regolarmente la moglie. Volevo narrare la stessa realtà su due piani storici distinti, e lo stesso concetto si applica anche alle musiche.

    Monica: Perché hai optato per l’uso della musica durante la scena in cui Delia subisce violenza, quasi a attenuarne l’impatto?
    Paola: In quel momento, non stavo raccontando il proseguimento di una serata, ma volevo piuttosto mostrare la costante realtà nella vita di Delia. Ho scelto di descrivere un rituale, una routine ciclica alla quale lei è costretta e che poi svanisce. Ho optato per la canzone italiana molto nota ‘Nessuno’ (originariamente interpretata da Mina) in una versione drammatica di Petra Magoni. Pur essendo una promessa d’amore (“nessuno ci può separare”), con quell’uomo diventa un ergastolo. Come contrasto, ho immaginato un rituale e mentre ascoltavo quella canzone mi è venuta in mente di coreografare una danza violenta, ma pur sempre una danza. Ho voluto che la violenza fosse totalmente presente, ma allo stesso tempo ho cercato di evitare che i dettagli cruenti distraessero dall’essenza della situazione.

    Monica: Quanto è cruciale che le case di distribuzione migliorino la promozione del cinema italiano all’estero e assicurino l’accesso dei film alle comunità italiane nel mondo? E quanto è significativo per un artista italiano diffondere il proprio lavoro oltre i confini nazionali?
    Paola: C’è un grande impegno, anche se non conosco i dettagli specifici, per migliorare la distribuzione del cinema italiano all’estero. I festival del cinema internazionale come Cinema Made in Italy a Londra sono esempi di promozione efficace dei film. Potremmo concentrarci maggiormente sulla distribuzione su larga scala dei film italiani meno conosciuti e sulla lingua italiana, meno diffusa globalmente. Inoltre, l’incontro con le comunità italiane all’estero è stato fondamentale per la mia esperienza, soprattutto nelle prime tappe del tour del mio film. Spero che sempre più film italiani vengano distribuiti all’estero, poiché sono apprezzati ovunque e l’esportazione del nostro cinema non solo beneficia la comunità italiana, ma è amata anche all’estero. È cruciale che i film italiani abbiano una vita oltre i confini nazionali per prolungare la loro risonanza. Personalmente, ho sperimentato che il successo all’estero può amplificare l’apprezzamento anche in Italia. È un grande traguardo essere distribuiti in Gran Bretagna da VUE, poiché amplia la vita del film. Tu fai una creaturina e vuoi che viva a lungo.

    Monica: Nel film “Scusate se esisto”, hai dimostrato una padronanza sorprendente dell’inglese. Dove lo hai imparato così bene?
    Paola: Ho soltanto un buon orecchio!

    Monica: E dici poco! Brava, Paola!



    Edited by *Ilenia* - 29/4/2024, 23:27
  5. .
    grazie!

    sempre da Barcellona
  6. .
    grazie!

    un servizio del TG2
    https://twitter.com/tg2rai/status/17844510...oS_ac7AIMA&s=19
  7. .
    CITAZIONE (renatoponzzo @ 25/4/2024, 20:55) 
    Paola Cortellesi non riesce ancora a credere al successo del suo film C’è ancora domani, campione d’incassi in Italia. La regista e attrice ha raccontato a Bbc News il suo stupore per l’uscita del film in tutta Europa: There’s Still Tomorrow, questo il titolo inglese, sarà distribuito da Vue Cinemas nelle sale del Regno Unito e in Irlanda dal 26 aprile. "Nessuno avrebbe mai potuto prevedere l'ondata di partecipazione e di affetto del pubblico per questo film”

    grazie Renato!
    però, come da post precedente:
    CITAZIONE (*Ilenia* @ 2/4/2024, 15:14) 
    ti chiedo solo per favore, come da regolamento, di indicare sempre le fonti delle notizie (https://paolacortellesi.forumfree.it/?t=15...p=141757126&r=1 TOPIC E POST punto 6 :mf_wink.gif: )

    grazie!

    intanto l'intervista alla BBC citata:
    There's Still Tomorrow: The film which beat Barbie at the box office in Italy
    Greta Gerwig's Barbie may be the most financially successful movie ever to be directed by a female filmmaker, and the highest-grossing film of 2023. But it was beaten at the box office in Italy by another film, also made by a woman and speaking directly about the female experience.

    There's Still Tomorrow (C'è Ancora Domani), by 50-year-old actress, writer and singer Paola Cortellesi, is now being released across Europe, including the UK. It became a phenomenon in Italy last year, taking more money than both Barbie and Oppenheimer.

    As of last month, it had made around £31.5m in cinemas, was the country's biggest film of 2023, and the most successful film ever directed by an Italian woman.

    Cortellesi tells BBC News that she still can't quite believe its success.

    "No-one could ever have predicted the wave of participation and affection from audiences over this movie," she says.

    "I've been an actress for nearly 30 years, and I've written scripts for the last 10 years, now I've made my first film aged 50. And to share the screen and the box office with a huge film like Barbie, that also deals with the experiences of women, it's got to be a good thing."

    Part of the reason There's Still Tomorrow might have struck such a chord in Italy, however, is that the heroine, Delia, (also played by Cortellesi) suffers violent physical and emotional abuse by her husband. In the film, Delia is a housewife and mother living in poverty in post-war Rome in 1946, the year Italian women first got to vote.

    However, the film's story resonates with contemporary Italian audiences. According to recent police statistics, 120 women were murdered in Italy in 2023, about one every three days. The report said just over 50% of them were killed by partners or ex-partners. A quarter of them were killed by their children - in 89% of those cases, their son.

    The issue of femicide erupted in Italy in November 2023, a few weeks after the release of There's Still Tomorrow. Mass protests were held over the killing of 22-year-old university student Giulia Cecchettin, allegedly murdered by her ex-boyfriend, who is awaiting trial.

    Her funeral was attended by thousands of people and her death triggered major protests and calls for more protection for women.

    Cortellesi says that her film partly attempts to explore a cultural mentality that she argues, "has been going on for millennia".

    So-called "crimes of passion" were only criminalised in Italy in 1981 and in July 2023, judges in Rome made worldwide headlines when a school caretaker was acquitted of groping a 17-year-old schoolgirl, because the sexual assault lasted less than ten seconds. A "brief groping" become a trend on Instagram and TikTok in Italy, along with the #10secondi hashtag.

    "The subject of the killing of women is unfortunately very, very topical, especially in Italy," Cortellesi explains.

    "But femicide is often the tragic end of something that didn't begin that way. What we don't know is the history that culminates in a horrendous act of violence and a death of a woman every 72 hours in Italy. We can only infer a history of violence which is often not even brought to the authorities before it escalates."

    The director says that the themes of violence against women has been part of her scriptwriting for years, as well as in her stage and screen work as an actor, although she says she hasn't personally experienced it herself.

    "I wanted to make a contemporary film set in the past in order to compare what's changed and what's stayed the same," she explains.

    "We might now, as women, have certain rights and safeguards, but what hasn't changed in society is this mentality that distorts love and turns it into possession. That's why we need better education."

    There's Still Tomorrow may be set in 1946, shot in black and white (a nod to classic Italian filmmakers of the period) and tackle a subject like domestic violence, but an ironic humour still pervades the story, something the filmmaker says she believes helped audiences relate to it.

    "When I've written scripts in the past, I've used this same kind of language," she says. "It's not comedy per se, it's using the language of comedy to talk about some very serious themes. I feel that by using humour you can usher in these topics. You know that people are going to hopefully empathise and take the side of your heroine, without me being confrontational in my cinematic language."

    When There's Still Tomorrow first premiered in Italy, English-language industry publication Screen Daily called it "a sentimental tale of suffering and self-sacrifice", adding that Cortellesi "executes it with style".

    "The domestic violence… is at times, choreographed into a grotesque and startling dance," said Screen Daily critic Allan Hunter, adding: "The more overblown romantic moments are undercut by… dry humour".

    Old-fashioned word of mouth is credited for the film's longevity and financial success, as well as the filmmakers taking the film on to regional towns and cities and holding extensive Q and A sessions alongside the film.

    Cortellesi claims that 45% of her audience demographic in Italy were men, which she calls "a great joy".

    "This was never meant to be a film against Italian men, it's an invitation to share and walk together down the same path in life. I really didn't want to alienate men from watching the film and think I was pointing an accusing finger at them.

    "I think because of the tone of the movie and the way all the different characters were portrayed, men actually identified with the female characters, I could see it in the way they reacted during the film.

    "A lot of men felt able to speak up in the Q and A sessions afterwards, and share their own stories, which I often found really moving."

    Ultimately though, the actress and director calls her 11-year-old daughter her "muse" for the film, and says it could be described as "a mother-daughter love story".

    "This whole project happened because I was reading her a book about women's rights, and my daughter couldn't believe that a time existed when our rights weren't in enshrined in law. So it occurred to me we needed to talk to younger generations that they have to realise their rights aren't a given," she says.

    "Just because we achieve something, it doesn't mean it's going to be there forever. I wanted, in a way, to start passing the baton to a younger generation."


    Edited by *Ilenia* - 26/4/2024, 09:22
  8. .
    Aisha ha finalmente preso vita :ola:

    Oggi, 22 aprile verrà presentata la nuova mascotte dell’Ospedale del Cuore di Massa!

    La dott.ssa Sandra von Borries, creatrice della scimmietta Aisha, è stata la prima ospite di Oltre il Camice. Se ti sei perso la puntata corri a recuperarla sulla tua piattaforma podcast preferita!

    #aishaelacittàdeicuori #fondazionemonasterio #ospedaledelcuore #tetralogiadifallot #pediatria #chirurgiapediatrica

    www.instagram.com/p/C6DdLu4sy9T/?igsh=aWZiNzdleTJycXZ5

    qui trovate anche un'intervista a Sandra
    https://open.spotify.com/episode/1R5NilE0xSHg3TZwd90RLG



    Edited by *Ilenia* - 22/4/2024, 16:01
  9. .
    ancora fotine
    www.instagram.com/p/C5-zBPWq2Rx/?igsh=NGUxcnZyZDg3c3Vo
    www.instagram.com/p/C5-xm5dKnXl/?igsh=MTYweDZ2YzRuY3JhMQ==
    www.instagram.com/p/C5-vMu3Iy2C/?igsh=eGwydm40YTBsaWxl

    e video


    Edited by *Ilenia* - 21/4/2024, 10:21
  10. .
    grazie Gloria!

    oggi a Barcellona :lol:

    foto
    Sold out absolut per les sessions de #SiempreNosQuedaráMañana, que ha estat un èxit a Itàlia amb més de 36 milions d’euros de taquilla!
    Avui al #BCNFilmFest2024 col·loqui amb la directora, actriu i guionista del film Paola Cortellesi. ✨

    https://twitter.com/BCNFilmFest/status/178...dSjXZwc24Q&s=19

    www.instagram.com/p/C5-mbRuMg5a/?igsh=MTljcG9pNGViOWZlNg==


    www.instagram.com/p/C59OTGloEOc/?igsh=ZTc0ZXRxdndzd2lu



    video
    https://twitter.com/rtvenoticies/status/17...RRicr6_Shw&s=19

    Edited by *Ilenia* - 20/4/2024, 11:34
  11. .
    🎬 MIGLIOR FILM ITALIANO 🎬

    Ecco i titoli in gara ai #DMA2024 nella categoria Miglior Film. Hai tempo per votare fino al 10 maggio (link in bio)!

    👉 Nata per te

    👉 Stranizza d'amuri

    👉C'è ancora domani

    👉 Io Capitano

    👉 L'ultima volta che siamo stati bambini

    👉 Mi fanno male i capelli

    #DMA2024
    #LaGrandeBellezza
    #DiversityMediaAwards

    www.instagram.com/p/C554mn3o44L/?igsh=ODA0OG9rd2o4dmdu

    (io nel link in bio non ho trovato nulla per votare al momento :boh:)
  12. .
    🙌 PERSONAGGIO DELL’ANNO 🙌

    Ecco i nomi in gara ai #DMA2024 nella categoria personaggio dell’anno. Hai tempo per votare fino al 10 maggio (link in bio)!

    👉 Paola Cortellesi

    👉 Ghali

    👉 Chiara Bordi

    👉 Amalia Ercoli Finzi

    👉 Jakub Jankto

    👉 Luciana Littizzetto

    #DMA2024
    #LaGrandeBellezza
    #DiversityMediaAwards

    www.instagram.com/p/C56ArCvIyXz/?igsh=MXNoZjFiMnA2OHQydA==

    (io nel link in bio non ho trovato nulla per votare al momento :boh:)
  13. .
    CITAZIONE (*Ilenia* @ 3/4/2024, 13:54) 
    tutte le candidature del film ai David di Donatello :corna:

    ne mancava una per arrotondare in effetti :P

    C’è ancora domani di #PaolaCortellesi si aggiudica il David dello Spettatore. Il riconoscimento premia il film con il maggior numero di spettatori, calcolati fra il 1° gennaio 2023 e il 29 febbraio 2024. Sulla base dei dati forniti da Cinetel, C’è ancora domani ha totalizzato, nel suddetto periodo, 5.354.653 spettatori.

    La statuetta sarà consegnata nel corso della 69° Cerimonia di Premiazione dei David di Donatello.

    Ci vediamo in diretta il 3 maggio su @rai1official !

    #david69

    www.instagram.com/p/C5qZ66VN1mG/?igsh=dHBmdXdxYjc4Z252




    inoltre oggi il film è stato proiettato al carcere di Rebibbia
    www.instagram.com/p/C5qu_IstazA/?igsh=Mm45NWM1c3IydTFt

    al quinto messaggio consecutivo mi autobanno :ahahah:


    Edited by *Ilenia* - 12/4/2024, 21:29
  14. .
    Paola Cortellesi: “La música misma es la que da significado”
    La actriz y directora estuvo de visita en Argentina

    Siempre habrá un mañana, de y con Paola Cortellesi, fue la película más vista en Italia en 2023, superando a Barbie y Oppenheimer. Narra la historia de Delia, una mujer que intenta superar obstáculos que le aparecen en la vida, mientras sueña con un futuro mejor, para ella y sus hijos. Diario Hoy dialogó con ella para saber más detalles de la propuesta.

    —¿Cuándo supiste que esta película iba a tener esta forma tan libre, con música y homenajeando al neorrealismo italiano?
    —Fue inmediato, lo entendí enseguida desde que empezamos a escribirla. Si querés ser una película contemporánea, pero inventada en el pasado para ver y mostrar qué es lo que cambió y qué es lo que se hace, por eso quería jugar un poco con el neorrealismo. Por ejemplo, en los encuadres, en un cierto granulado que tiene la película, es especial, sobre todo en las primeras escenas. Pero es contemporáneo, o sea, que hay música, que se encuentra, pero que no es solo son un comentario, son la base misma de lo que queremos pensar, la música misma que da significado.

    —¿Fue difícil para vos estar delante y detrás de cámara en la película?
    —No, fue bastante fácil, porque dedicamos bastante tiempo a hacer ensayos donde pude dar indicaciones a todos y ellos pudieron hacer sugerencias. Y todo lo que se pudo haber cambiado fue volcado en el guion para poder después filmar y seguirlo todos, de la primera hasta la última escena. Se hizo como en el teatro, se hicieron los ensayos y en el set. Yo ya no tenía dudas de qué hacer, así me pude ocupar de los otros temas que tenían que ver con la filmación, trabajé con los actores y con el equipo de la misma forma. Fuimos, incluso, a hacer un tour por los lugares, y en los momentos en que íbamos a, por ejemplo, controlar las luces, todo ya se fijaba. Por lo tanto, no hubo improvisaciones.
  15. .
    buona lettura anche qui :ahahah:

    Paola Cortellesi: "Este es el humor realista de la vida ordinaria"
    En su ópera prima, la actriz, guionista y ahora realizadora describe con gracia y desparpajo las regiones menos amables del patriarcado, situando la historia en la Italia de la posguerra. "Siempre he creído que la commedia all'italiana ha contado cosas de nuestro país mucho mejor que otro tipo de películas", señala Cortellesi.

    Actriz, guionista y ahora realizadora, la italiana Paola Cortellesi (Roma, 1973) estuvo de visita en Buenos Aires acompañando su ópera prima, la inmensamente popular en su país Siempre habrá un mañana, durante las dos funciones que tuvieron lugar en el marco de la 10° Semana de Cine Italiano. Dos funciones que en realidad fueron tres, ya que los organizadores del encuentro anual decidieron sumar una proyección extra luego de que las originales se agotaron a la velocidad de la luz. El debut de Cortellesi, que en Italia logró convocar a cerca de seis millones de espectadores, ingresando así en el Top Ten de los títulos más taquilleros en la historia reciente de ese país, llega este jueves a las salas comerciales de Argentina. “Lo cierto es que después de diez años de escribir guiones para otras personas, la idea de hacerlo para una película propia fue algo natural”, afirma la visitante en conversación con Página/12. Casada con el también cineasta Riccardo Milani, Cortellesi ha coescrito y/o protagonizado siete largometrajes que lo tuvieron como director, además de colaborar en guiones para otros realizadores como Massimiliano Bruno y Cristina Comencini.

    Siempre habrá un mañana comienza con una imagen que encapsula uno de los temas centrales de la historia. Durante un amanecer como cualquier otro, Delia y su esposo Ivano despiertan acostados en la cama matrimonial; la expresión buongiorno de la mujer tiene como respuesta, sin razón aparente y como si fuera lo más normal del mundo, un regio sopapo. El año es 1946, el lugar una barriada romana y Delia comienza un nuevo día en el cual deberá sostener el precario equilibrio entre sus roles de esposa, madre y nuera con los eventuales trabajos como costurera en un local de la zona. Mientras un soldado de los Estados Unidos le regala en la calle un par de preciados paquetes de chocolate y un amor de la juventud que no pudo ser le ofrece algo de charla, la protagonista soporta las constantes humillaciones y retos del marido, el usual paso previo a la golpiza. Filmada en blanco y negro, la película describe con sentido del humor las regiones menos amables del inoxidable patriarcado, con el trasfondo de un momento en la historia italiana de grandes cambios políticos y sociales.
    El de las mujeres y su lugar en la sociedad “es un tema que he tocado en muchas ocasiones, tanto como actriz –en el cine, el teatro y la televisión– como en el rol de guionista”, afirma Paola Cortellesi al comienzo de la entrevista. “He escrito guiones con argumentos que rozan el de Siempre habrá un mañana, ligados a la discriminación hacia las mujeres. Es un tema que me enerva y que interpela a todas las mujeres. Y no hablo sólo de la violencia física, también la verbal. Incluso esas violencias que no implican una ofensa verbal, pero que no dejan de ser violencias. La invisibilidad en el trabajo, por ejemplo, es algo que todas conocemos muy bien. Hace unos años escribí el guion de una película que tocaba el tema de la disparidad de salarios, una comedia en la cual la protagonista se inventa un subterfugio para poder vivir mejor. Lo cierto es que siempre me interesó hablar de esta cuestión, en varios niveles”.

    -La de rodar en blanco y negro es una decisión estética fuerte. ¿Hay otras razones más allá de reflejar una época a través del cine que se producía en ese momento, inmediatamente después de la Segunda Guerra Mundial?
    -Más que estética diría que fue una decisión instintiva. Mi abuela y mi bisabuela me contaban historias de esa era, historias que habían presenciado o que habían escuchado. Cosas que se transmitían en los patios, porque lo cierto es que la vida entonces era muy comunitaria, había muy poca privacidad. Imagino que aquí en Argentina también ocurría algo similar. Cuando mi nonna me contaba esas cosas había un elemento que siempre me llamaba la atención: el tono humorístico, un tono ligero.

    Hablaban de cosas duras como el hambre, la miseria, la muerte, pero siempre un poco así, a la distancia.
    Supongo que eso es parte de la naturaleza humana; tal vez haya algo ligado a la necesidad de exorcizar todas esas cosas. Por otro lado, siempre he escrito guiones utilizando el humor. Lo cierto es que imaginaba esos recuerdos en blanco y negro, tal vez porque así era como me los había contado el cine de aquellos tiempos, el del neorrealismo. Incluso antes de comenzar a trabajar en el guion la decisión de que fuera en blanco y negro ya estaba tomada.

    -Más allá de esa ligazón con el periodo neorrealista del cine italiano, hay en Siempre habrá un mañana claras influencias de la commedia all'italiana, cuyos máximos cultores lograron narrar las historias más oscuras utilizando el humor.
    -Crecí viendo esas películas, como Nos habíamos amado tanto, de Ettore Scola, que solían pasar en la televisión estatal. Las mirábamos con mi papá, que era un apasionado del cine, en particular durante el verano, cuando pasaban películas viejas. Y el blanco y negro no era algo que me molestara. Tampoco el hecho de que fueran films antiguos para mí, que era una jovencita. Por el contrario, me gustaban mucho. Crecí con los grandes maestros de la commedia all'italiana, como Mario Monicelli, Dino Risi, Luigi Comencini, a quienes aprendí a amar. Por esa razón creo que esos nombres han moldeado mi manera de escribir. Una manera de entender el humor y, en cierto modo, el cine. Siempre he creído que la commedia all'italiana ha contado cosas de nuestro país mucho mejor que otro tipo de películas. El verdadero carácter italiano, que está lleno de matices. Esas comedias han descripto las cosas más terribles, pero siempre con humor. Hay una manera de ser del italiano, una forma de plantarse, que reúne esos tonos diversos. Hay una verdad en esa mezcla de tonos que no suele estar presente cuando la película trabaja uno solo, por ejemplo el dramático o la comedia pura y dura.

    -Hay una película con la cual Siempre habrá un mañana tiene varios puntos de contacto: Seducida y abandonada (1964), de Pietro Germi, en la cual se describe con humor extremadamente ácido las costumbres sicilianas alrededor de los noviazgos, los matrimonios y los embarazos no deseados.
    -¡Ehhhh! (la interjección es pronunciada de la manera más italiana que pueda imaginarse). Seducida y abandonada se ríe de todas esas cuestiones. Imaginate esa misma trama, trágica, sin el sentido del humor. Lo genial de la película de Germi es que se ríe de las cosas que ocurrían en esa época sin dejar de lado la crítica.

    -Teniendo en cuenta tu experiencia como actriz, ¿cómo fue el proceso de dirección actoral con el resto del reparto?
    -La parte más sencilla de la dirección fue la actoral. Creo que eso tiene que ver, en parte, con los treinta años de carrera que tengo como actriz, pero también con el hecho de que conté con un reparto extraordinario: Valerio Mastandrea, Emanuela Fanelli, Giorgio Colangeli y los actores jóvenes, que son excelentes. Tuvimos tres semanas de ensayos con todo el grupo, leyendo los diálogos en conjunto. Durante esa etapa previa hicimos algunas modificaciones y cambios, pero una vez que terminó el rodaje se realizó siguiendo estrictamente las líneas del guion. Como suele hacerse en el teatro, por otro lado. Usualmente escribimos de a tres –Furio Andreotti, Giulia Calenda y yo–, y cuando el guion final se aprueba luego de los ensayos este se sigue al pie de la letra. De la primera a la última línea. Una vez instalados en el set hay que pensar en miles de cosas, y no es posible detenerse en detalles del tipo “¿se podría cambiar esta o aquella palabra?”. La manera de decir los diálogos, el tono, deben estar decidido de antemano. Lo mismo con la puesta en escena: todo estaba claro antes de comenzar a filmar la primera escena. Pero no porque lo sepa todo, sino porque junto con el director de fotografía y el camarógrafo había detallado en el guion todos los encuadres, posiciones de cámara y direcciones de luz que teníamos pensado hacer. No fue un rodaje como los de Spielberg (risas), así que la ambición era lograr lo que queríamos con los elementos con los que contábamos. Y fue realmente muy bello, porque creo que lo logramos.

    -El marco del relato incluye las primeras elecciones generales en Italia, que tuvieron lugar en 1946. Eso introduce en el relato un aspecto político muy importante, ya que fueron los primeros comicios en los cuales pudieron participar las mujeres. ¿Siempre estuvo presente en el guion?
    -Absolutamente. En Italia, cuando la película se estrenó en octubre del año pasado, intentamos mantener un poco el secreto, la sorpresa. Pero es algo de lo cual me gusta mucho hablar. La última parte del film transcurre puntualmente en dos días que fueron muy importantes para nuestra historia: la primera vez que las mujeres pudieron votar en un sufragio político. Algo que además coincide con el reemplazo de la monarquía por una república. El 2 de junio de 1946 es el día del nacimiento de Italia como república. Importante, además, porque las mujeres tuvieron por primera vez ese derecho. En las imágenes documentales de esa jornada puede verse a las mujeres con las boletas electorales en las manos y, como escribió la periodista italiana Anna Garofalo en aquel entonces, “apretamos las boletas como si fueran cartas de amor”. Hay que pensar que en ese momento, durante ese día, las mujeres sintieron que era importantes más allá del padrone dentro de sus casas. El estado les daba la posibilidad y el derecho de ser importantes. Hay muchas mujeres relevantes cuyos nombres son recordados, las que tuvieron que ver con la reforma de la constitución y que incluso arriesgaron su vida, a las cuales celebramos justamente. Pero la idea de la película era celebrar a aquellas otras mujeres que nadie recuerda individualmente. Todas esas mujeres anónimas que fueron educadas en la obediencia, las “ignorantes” que, sin embargo, sabían que la emancipación pasaba por obtener derechos.

    -¿Imaginaste que la película iba a transformarse en semejante éxito de público? ¿Cuáles fueron, en tu opinión, las razones de ese fenómeno?
    -No, ¿cómo hubiera podido imaginarlo de antemano? Además, una ópera prima. Y, encima, la primera película de una mujer. Es algo absurdo, realmente, pero estoy feliz, desde luego. Creo que había hambre de una historia de esta naturaleza. Hay mucha sensibilidad en Italia respecto de la violencia hacia las mujeres, pero creo que el tono humorístico que elegimos para abordar el tema ayudó mucho. Si hubiera sido un film puramente dramático, además en blanco y negro, la repercusión hubiese sido distinta. En cambio, el humor realista de la vida ordinaria ayuda a entrar en la historia.
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